Scrittura immaginale: dialogare con l’invisibile attraverso simboli, sogni e archetipi
C’è un tipo di scrittura che non cerca di spiegare, ma di evocare.
Una scrittura che non nasce dalla testa, ma da un luogo più profondo — dove immagini, sogni e simboli ci parlano in silenzio.
È la scrittura immaginale, e più che una tecnica, è una soglia.
Una soglia tra il visibile e l’invisibile.
Tra la vita che accade e ciò che ci attraversa dentro, spesso senza parole.
Un dialogo con ciò che Jung chiamava “immagini dell’anima”: quelle visioni interiori che non possiamo controllare, ma solo accogliere.
Scrivere con le immagini dell’anima
Quando scriviamo in modo immaginale, ci mettiamo in ascolto di figure, paesaggi, frammenti che emergono dalla profondità.
Un sogno notturno.
Una visione improvvisa mentre siamo in cammino.
Un simbolo che ritorna, ostinato, senza apparente ragione.
Non serve comprenderli subito.
Serve stare.
Guardare con rispetto, come si guarda un messaggero.
Possiamo chiedere:
- chi sei? cosa vuoi dirmi?
- che messaggio mi stai portando?
- che parte di me rappresenti?
E poi scrivere.
Non per trovare risposte, ma per entrare nella relazione.
Lasciando che la scrittura diventi un luogo dove ciò che è invisibile possa esprimersi in immagini, scene, simboli, sensazioni.
Archetipi, simboli, sogni
Nel mondo immaginale, ogni figura è viva.
Ogni simbolo è un portale.
Non importa se è “vero” o “inventato”: ciò che importa è l’impatto psichico, l’emozione che muove dentro di noi.
Scrivere immaginalmente significa accettare che la nostra interiorità non parli solo in pensieri, ma in metafore, voci, presenze.
E allora la donna che torna nei sogni non è solo “un ricordo”, ma forse un archetipo.
Il paesaggio ricorrente non è solo “fantasia”, ma un luogo psichico.
La figura che ci lascia o ci appare ci sta indicando una trasformazione in corso.
Scrivere da questo spazio non è semplice.
Si tratta di sospendere il giudizio e abbandonare la logica lineare.
Ma in cambio, ci offre una cosa preziosa: connessione.
Con noi stessi.
Con la nostra storia più profonda.
Con ciò che nella nostra psiche attende solo di essere visto, riconosciuto, portato alla luce.
Scrivere in modo immaginale è come accendere una lanterna nel buio.
Non per illuminare tutto, ma per incontrare — passo dopo passo — ciò che ci chiama da dentro.
Se vuoi iniziare…
Prova a partire da una figura che ti ha colpito in sogno o nella memoria.
Non analizzarla. Non spiegarla.
Scrivile.
“Tu che sei tornato vestito di grigio… cosa vuoi che lasci andare?”
“Tu che appari nei momenti di quiete… che storia stai cercando di raccontare?”
Lascia che sia lei, l'immagine a parlare.
A volte, basta questo: una pagina, una voce, una soglia aperta.
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